Spesso, quando si parla di vino (soprattutto chi ama provare bottiglie sempre nuove), si sente l’espressione “sa da tappo”: ma sappiamo cosa significa? 

Il caratteristico “sapore di tappo” è un fenomeno che riguarda circa il 3-8% delle bottiglie di vino in commercio.

È un processo che va a “rovinare” il vino contenuto all’interno di una bottiglia, conferendogli un odore e un sapore particolarmente sgradevoli.

È dovuto al tricloroanisolo (abbreviato TCA), un composto dannoso che si crea a causa di un fungo parassita della quercia da sughero, l’Amarilla Mellea: nello specifico, ha origine dalla reazione chimica tra il fenolo presente nel sughero e il cloro utilizzato per la pulizia e il trattamento delle botti e degli strumenti per fare il vino (gli strumenti vengono sempre regolarmente puliti con cloro e sterilizzati accuratamente, ma anche la massima attenzione non può garantire al 100% di evitare il TCA).

Un vino che “sa di tappo” è facile da riconoscere: ha un odore e un sapore molto sgradevoli, che ricordano qualcosa di marcio, vecchio e polveroso, e sono così intensi da essere subito fastidiosi. Attenzione però: a volte (anche se raramente) il sentore di tappo non esce immediatamente, ma prende corpo dopo che il vino è stato arieggiato un po’, ed è necessario qualche minuto prima di rendersene conto.

Per questo il sommelier annusa il tappo prima di far assaggiare il vino: perché un naso particolarmente esperto può riconoscere fin da subito anche il minimo sentore di TCA, e sostituire la bottiglia - in modo che tu possa goderti un ottimo vino senza intoppi!

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